




«Si può fare teatro ovunque, purché si trovi il luogo in cui viene a crearsi la condizione fondamentale per il teatro: deve esserci qualcuno che ha qualcosa da dire e qualcuno che ha bisogno di ascoltarlo.
Il teatro cerca la relazione.
Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dei vuoti, delle differenze, ossia nella società frantumata, dispersa; in questa società il teatro ha la funzione di creare lo spazio in cui gli individui riconoscono di avere dei bisogni a cui può dare delle risposte.
In tal senso il teatro è pedagogia».
Jacques Copeau

«Si può fare teatro ovunque, purché si trovi il luogo in cui viene a crearsi la condizione fondamentale per il teatro: deve esserci qualcuno che ha qualcosa da dire e qualcuno che ha bisogno di ascoltarlo.
Il teatro cerca la relazione.
Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dei vuoti, delle differenze, ossia nella società frantumata, dispersa; in questa società il teatro ha la funzione di creare lo spazio in cui gli individui riconoscono di avere dei bisogni a cui può dare delle risposte.
In tal senso il teatro è pedagogia».
Jacques Copeau



IL MANIFESTO
Kameie nasce nella primavera 2024, dopo una meditata gestazione e uno studio approfondito del territorio dell’Appennino pamense delle valli Taro e Ceno.
È un’associazione no profit riconosciuta, iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, impegnata nella produzione e diffusione della cultura e dell’arte teatrale e musicale; nella formazione e nello sviluppo della persona, anche attraverso la pratica e il pieno e consapevole godimento delle arti performative; nel sostegno di ogni forma di creatività e delle sue diverse espressioni, di cui intende perseguire forme di divulgazione e fruizione improntate alla massima accessibilità e inclusività.
È una comunità democratica, sensibile, solidale e accogliente, che riunisce storie professionali di ambiti diversi ma convergenti intorno ai principi e ai valori di riferimento del suo Statuto; una comunità che crede nella necessità di avvicinare quanti ancora restano lontani dai benefici di una fruizione consapevole e non estemporanea delle espressioni della creatività, contribuendo a rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono tra ogni cittadino e i prodotti dell’arte, della cultura, della bellezza; una comunità che condivide la sensibilità e il rispetto nei confronti di tutti gli esseri viventi e l’impegno nella tutela dell’ecosistema.
Nella consapevolezza del fatto che il sistema democratico entra in crisi quando l’ecosistema culturale si indebolisce e si sfalda e che i processi integrativi sono di natura soprattutto culturale, Kameie nasce con lo scopo di contribuire alla costruzione di strumenti di consapevolezza civica, alla conoscenza e al rispetto per l’ambiente, nella sua dimensione storica, sociale e culturale e alla diffusione dell’educazione alla sostenibilità.
Kameie nasce con la convinzione che un’iniziativa privata di liberi e autonomi cittadini sia oggi la condizione necessaria per garantire alle attività e ai progetti culturali tutta l’indipendenza necessaria. Il successo delle sue iniziative dipenderà soltanto dalla capacità di pensare e di progettare il futuro; di trasformare le idee in gesti e azioni concrete, garantendo loro tutto il sostegno necessario, senza dipendere dalla volubilità di volontà politiche, molto spesso estranee alla limpidezza e alla forza dello spirito che li anima. È infatti sempre più chiara l’esigenza di fare rete e di mettere in comune la vitalità e il valore di iniziative, volontà, energie che, da sole, non riescono né ad esprimersi compiutamente né ad incidere in misura davvero significativa nelle sconcertanti traiettorie delle dinamiche socioculturali del nostro tempo.
I principi a cui si ispira Kameie e le finalità espresse dal suo Statuto – pensato e ponderato in ogni suo dettaglio - esprimono di per sé la loro improrogabile necessità rispetto alla qualità e ai drammatici rischi del tempo presente, ma anche all’indiscutibile portata delle sue potenzialità.
Votata a una dimensione territoriale ma ispirata da visione e respiro internazionali, Kameie si avvale del sostegno di partner, enti, istituzioni, università e aziende a livello locale e nazionale, oltre che della partecipazione attiva, anche nella veste di Associati, di una prestigiosa rete di professionisti, docenti e studiosi, medici, formatori, educatori, operatori culturali e artisti di rilievo internazionale, a garanzia del livello qualitativo che s’intende perseguire e della sostenibilità dei suoi progetti.
Kameie intende contribuire al contrasto della povertà culturale, anche creando opportunità di diffusione di prodotti artistici e culturali in territori disagiati e periferici e garantendone la fruizione anche da parte di quanti vivono condizioni di disagio economico e sociale e/o di diversa abilità, motoria, sensoriale e cognitiva.
I progetti di Kameie si pongono al servizio dei bisogni del territorio anche in termini di creazione di domanda culturale e opportunità di sviluppo di potenzialità inespresse.
Essi si prefiggono – oltre a finalità di carattere educativo - anche lo scopo di suscitare e sviluppare forme di empowerment: un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento dell'autostima e dell'autodeterminazione, finalizzato a far emergere risorse latenti e portare ciascuno ad appropriarsi consapevolmente del proprio potenziale.
Kameie opera anche nella piena consapevolezza del valore e dell’importanza della pedagogia musicale e teatrale nella costruzione del sentimento di cittadinanza e, quindi, di un tessuto sociale più consapevole, coeso e sano. Per questa ragione si offre come campo applicativo e di sperimentazione per i più avanzati progetti di ricerca scientifica di impronta pedagogica.
Ognuno dei suoi Soci - per la sua parte, con la propria storia, competenze e voce - può concorrere a far diventare Kameie un potente e contagioso mantra: nella lingua na’vy (quella inventata dalla visionarietà di James Cameron per il film Avatar) la parola kameie sintetizza il significato dell’espressione di saluto oel ngati kameie, nel senso del riconoscersi e dell’accogliersi reciprocamente – “io ti vedo dentro” -, a partire da quanto di più profondo e spirituale risiede in ogni essere vivente.
Kameie è infatti uno sguardo attento e sensibile sulle persone e sull’ambiente che le ospita, un modo di vedere e riconoscere i bisogni e il valore che esprimono e che, soprattutto, porta al rispetto dell’unicità di ogni manifestazione e di ogni relazione nel sistema complesso dell’essere. Del resto, théatron è “il luogo da cui si osserva”.
Il viaggio di Kameie parte nel cuore dell’Appennino emiliano, in un contesto naturale particolarmente suggestivo e incontaminato, lontano dai grandi centri di produzione culturale, ma intende aprirsi al mondo e accogliere tanti “viandanti” - unil-tìran-tokx: «corpi che camminano dentro i sogni». Cantanti, attori e musicisti, educatori e formatori, operatori olistici e professionisti dei più diversi ambiti, ma anche bambini, anziani, nuovi italiani e persone alle quali gli strumenti dell’arte, della musica e del teatro – e più in generale i valori del nostro patrimonio culturale - possono riservare benefici straordinari.
Kameie nasce anche come centro di residenza artistica per artisti e compagnie che necessitano di spazi teatrali in un contesto che può favorire la creatività e il lavoro. I suoi spazi sono pensati anche per ospitare corsi di alta formazione artistica nel campo delle performing arts, sotto la guida di alcuni tra i grandi maestri del nostro tempo.
Se ti riconosci in questi principi e finalità, puoi certamente sostenere l’Associazione nei suoi percorsi verso l’obiettivo che il nome “Kameie” custodisce e persegue, con fervore e dedizione incondizionati e soprattutto non condizionabili.
Oel ngati kameie!


TESTIMONIANZE

«Dare vita a uno spazio per la musica e il teatro nel cuore dell’Appennino, non soltanto per ospitare concerti e spettacoli, ma anche per mettere a disposizione del territorio un luogo altamente simbolico di aggregazione, riflessione e coesione per le comunità residenti, è un progetto di grande significato e valore. Il borgo di Kameie potrà attirare in futuro anche tanti giovani musicisti e artisti provenienti da tutto il mondo: sarà offerta loro la possibilità di una straordinaria residenza artistica dove potranno studiare e perfezionarsi con i migliori docenti e i maestri più prestigiosi, condividendo i valori di un’esperienza di vita “italiana” sotto tutti gli aspetti. Io stesso ho già dato la mia convinta disponibilità in tal senso»
Fabio Luisi, direttore d’orchestra.

«Associarmi a Kameie è stato un gesto immediato, spontaneo, necessario direi, non appena ho letto lo Statuto e sentito immediata sintonia interiore con quel luogo che già intravedo come “mio”: stare insieme, fare musica anche per chi, come me, lavora con le parole e non sa leggere una nota, condividere pensieri, emozioni, esperienze in un luogo di pace e cultura è un balsamo. Plaudo all’iniziativa, vedrò crescere quell’oasi con gioia e, come potrò, darò il mio contributo per farla respirare. Per me, per noi, per tutti gli artisti che la abiteranno con la loro energia.»
Paola Calvetti, scrittrice e giornalista.

«Nicola Benois osserva: “È in chi crea per il teatro, talvolta, il dubbio di costruire sulla sabbia, la malinconia che nasce dal considerare quanto sia effimera la sua opera”. Come architetto, chiamato a operare attraverso segni duraturi, sento contrapporsi a tale malinconia un profondo senso di responsabilità, oggi reso ancor più urgente dal delicato equilibrio planetario. Responsabilità verso l’ambiente, il paesaggio e la collettività, che impone una riflessione preliminare: l’intervento è realmente necessario, al di là delle contingenze? Una domanda complessa, che spesso non ammette risposte univoche. Kameie necessita di riqualificare patrimonio edilizio degradato e dotarsi di nuovi spazi funzionali: non per un ideale astratto di Ars gratia artis, ma per perseguire concretamente la propria missione, delineata in uno Statuto che condivido pienamente. Per queste ragioni, ho scelto di aderire a Kameie, offrendo la mia disponibilità a contribuire, con le competenze che mi appartengono, alla realizzazione di tale visione.»
Emanuele Genuizzi, architetto, art director e designer della comunicazione.

«Nella mia vita artistica cerco sempre di più il rapporto tra il luogo e il “palcoscenico”. Il luogo è il pubblico, il luogo è il futuro artistico. Trovo importantissima questa nuova impresa perché mette nelle mani delle persone la responsabilità della micro-politica e crea un luogo dove possiamo confidare in noi stessi, dando vita a un progetto ideale attraverso il rinnovo “fisico”.
La natura, l’ambiente, gli orti e i frutteti di cui sarà fatto il teatro all’aperto personalizzano la missione di Kameie e sono certo che l’espressione artistica che vi troverà spazio sarà forte e originale, vista la particolarità e bellezza del luogo»
Omer Meir Wellber, direttore d’orchestra.

«Associarmi a Kameie è stata per me una necessità, forse un bisogno imprescindibile per chiunque viva di Arte: coltivare un seme nuovo da alimentare con la speranza, la fiducia, l' impegno, e soprattutto con il coraggio; lo stesso che ho visto negli sguardi lungimiranti ed appassionati dei suoi fondatori. È un progetto che ruota tutto attorno a giovani artisti, e questo mi conforta; per aiutarli ad avere fiducia nella vita e nel loro talento, e questo mi ispira; per sostenerli nel costruire un luogo che sia serbatoio di idee e di nuove prospettive, e questo mi esalta. Uno spazio dove capire che l'umanità, la tolleranza, la generosità, l'onestà, sono valori imprescindibili e da difendere. Non sono solo le nostre capacità a decidere il nostro futuro ma soprattutto le nostre scelte. E io ho scelto Kameie»
Stefania Bonfadelli, regista e drammaturga.

«Mi sono associato a Kameie perché l’arte non esiste se non come rito collettivo. Il suo spirito di inclusione e condivisione non mira a riempire le menti, ma a risvegliare le coscienze.
Chi impara non copia una formula: la reinventa, la tradisce, la trasforma»
Fabio Ceresa, regista e librettista.

«In Kameie è possibile ritrovare un senso, un orientamento, una ragione per il nostro incessante fare. Uno spazio di pensiero e condivisione, in un contesto che restituisce al tempo il suo valore. Sì, Kameie può essere anche un antidoto e una cura per il disorientamento del nostro tempo oppure, più semplicemente, la possibilità di un’alternativa»
Alberto Triola, operatore culturale, sovrintendente e direttore artistico, docente a contratto Università di Bologna, - vicepresidente di Kameie.

«Mi sono associata a Kameie perché credo nell’arte e nella cultura come strumenti di crescita e inclusione. Condivido la visione di una comunità che unisce competenze e sensibilità per rendere la musica e il teatro accessibili a tutti, abbattendo barriere e creando nuove opportunità. Partecipare a questo progetto significa contribuire a un’idea di cultura viva, condivisa e aperta a tutti!»
Cristina Frosini, musicista, già direttrice del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.

«Mi sono associata a Kameie perché credo nell’arte e nella cultura come strumenti di crescita e inclusione. Condivido la visione di una comunità che unisce competenze e sensibilità per rendere la musica e il teatro accessibili a tutti, abbattendo barriere e creando nuove opportunità. Partecipare a questo progetto significa contribuire a un’idea di cultura viva, condivisa e aperta a tutti!»
Cristina Frosini, musicista, già direttrice del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.

«Nel pensare quella che poi sarebbe diventata Kameie, mi è sempre stato chiaro a che tipo di realtà avrei voluto dar vita: uno spazio di incontro e di libertà, un luogo sicuro, ma, soprattutto, un’opportunità di riscatto. Kameie doveva assolutamente offrire a quante più persone possibili ciò che, a suo tempo, era stato offerto a me: una nuova prospettiva sulla vita. All’inizio, pensavo si sarebbe chiamata “Utopia”. E invece è reale, e si chiama “Kameie”»
Marco Fragnelli, regista e attore - Presidente di Kameie Impresa sociale.

«Kameie è la visione di un mondo che mette in relazione gli individui con l'Infinito che li circonda, nell'ascoltare, nel creare, nel vivere. In questo contesto, la relazione intima che lega Arte e Natura sboccia nella vastità di orizzonti di un luogo capace di nutrire l'Anima. Kameie "vede" ed è questo luogo, che da Solignano, si apre ad Infinitum per accogliere l'essere e l'unicità di tutti»
Francesco Mastromatteo, musicista, docente del Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, direttore artistico “Classical Music for the World”, Texas-USA.

«Associarmi a Kameie è stato un richiamo irrinunciabile, un’opportunità concreta per incontrare, valorizzare e condividere quei principi che ho sempre cercato di diffondere attraverso un approccio olistico, per il benessere psicofisico nelle persone. Un progetto ispirato a integrare la cooperazione di diverse professionalità, nell’obiettivo di promuovere il sentimento di cittadinanza, la formazione artistica e la sostenibilità ambientale, per il benessere collettivo della comunità. Kameie è la sorgente in connessione universale, che può fornire risorse vitali a chi desidera mettersi in ascolto, vivendo la bellezza nell’arte e nella natura e cooperando con profonda umanità»
Marzia Andrè, counselor olistico certificato.

«Plaudo alla nascita di questa impresa, associativa e culturale, perché ne condivido gli scopi. Lo Statuto, bellissimo, integra le finalità̀ di ricerca artistica, di formazione culturale del pubblico, soprattutto dei giovani, di riqualificazione del territorio, con un grande respiro etico e sociale: questo fornisce sostanza al progetto di Kameie nei termini di impulso alla partecipazione estetica e culturale e di educazione alla cittadinanza. Mi rallegro di questa iniziativa e la sostengo convintamente»
Carla Cuomo, docente universitaria di pedagogia musicale, Università di Bologna.

«Far parte di Kameie? SIIIIIIIIII!!!! E con appassionato entusiasmo.
Si tratta di una nuova, straordinaria iniziativa culturale e sociale, che appare come un meraviglioso fiore appena sbocciato in piena desertificazione globale. Grazie! Vi siamo tutti debitori di pensiero, bellezza, voglia e capacità di sognare, volare alto, rischiare.
Non da folli, ma da visionari; non da velleitari, ma da professionisti generosi e consapevoli, impegnati da decenni in un settore tra i più 'Cenerentola' nel nostro Paese, e tuttavia irrinunciabile: la cultura. Alla portata di tutti, nessuno escluso. Pane quotidiano dello spirito. Appartengo anche io, per vocazione e vita vissuta, alla schiera di 'unil-tìran-tokx' sempre in-cammino-verso: un nuovo progetto, un nuovo sogno, una nuova meta."A Moveable Feast"!! Non vedo l'ora di capire, insieme a voi, come e in che misura tradurre questo mio gioioso impeto in azioni concrete.»
Luisa Rovida De Sanctis, Presidente della Accademia dei Licini (Associazione culturale no profit) di Erba (CO); già Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione della Comunità Montana Triangolo Lariano (31 Comuni in provincia di Como).

«Ho scelto di far parte di Kameie perché condivido i valori su cui si fonda e la visione strategica che orienta la sua attività, con una centratura specifica su accessibilità e inclusione»
Marilena Lafornara, esperta di accessibilità e inclusione.

«Mi sono sempre interrogata sul significato profondo del nostro “fare arte” e di quanto si tratti di un atto necessario, oppure egoistico.
Kameie apre la strada verso una possibile risposta: è nella condivisione, nell’incontro, nella comunità che troviamo il luogo fertile in cui far germogliare l’arte. Kameie dà un luogo alla nostra necessità di essere “parti” di un “tutto”»
Karin Rossi, attrice, drammaturga e analista del movimento.

«Ho scelto di partecipare a Kameie perché ne condivido profondamente i valori culturali, sociali e ambientali, e credo di poter offrire un contributo significativo come naturalista, ambientalista e fotografo, mettendo a disposizione esperienza, creatività e sensibilità per promuovere una visione armonica tra arte, natura e comunità.»
Luigi Russo, naturalista, direttore di Parchi e Riserve naturali dello Stato.

«Mi sento a mio agio in Kameie perché mi riconosco nella sua missione. Da dottore forestale, educatore e interprete ambientale e guida ambientale, sono certa che solo lo studio e la conoscenza della Natura porterà a sentirci parte di essa e a rispettarla e custodirla per le generazioni future, in un equilibrio tanto essenziale quanto fragile.»
Ida D’Errico, dottoressa in Scienze Forestali e Ambientali, esperta di educazione ambientale.